Maurizio Monti ...pittura.
Ogni volta bisogna trovare il coraggio di affrontare la tela vuota armati solamente di un pennello sporco di colore, per strappare al bianco assoluto (al vuoto irridente) la forme che galleggiano scomposte fra pensieri convulsi.
È quasi una cancellazione del bianco!!
È sicuramente un liberare idee dalla prigione candidamente malefica della tela!!
Inserisco spesso volti e figure per sottolineare l'influenza del fattore umano nella visione personale di ogni cosa, nella interpretazione individuale di ogni situazione.
Ogni volta è RICERCA (infinita e impossibile) dell'equilibrio assoluto e di quella perfetta armonia che è specchio della presenza divina.
Il valore reale della PITTURA è dato dalla manualità del pittore più quella
parte irrazionale che questi inconsciamente riesce a trasferire sulla tela, creando una magia che
sfugge al controllo del suo creatore. I dipinti sono idee espresse in termini visivi e pittorici;
non significa che sono illustrazioni di idee, sono le idee.
Neanche la formulazione verbale
dell'idea è una traduzione del visibile, contiene solo una certa somiglianza con il
significato dell'idea, ne è una interpretazione , una riflessione.
Dipingere
è una
forma di linguaggio i cui elementi traducibili non sono parole ma segni, colori, gesti, forme,
emozioni.
Il tragico della cosa è che come ogni idioma è capibile in ogni piccola
sfumatura solo dagli appartenenti alla nazione di cui è forma di comunicazione, ma purtroppo
ognuno di noi è una nazione a se stante.
Per fare qualsiasi cosa bisogna crederci, per dipingere è necessario assumersi e mantenere un
grande impegno. Quando si è ossessionati da questa convinzione si arriva al punto di credere
che sia possibile cambiare la realtà attraverso la PITTURA.
Se manca questo
coinvolgimento passionale è meglio lasciar perdere, perché fondamentalmente dipingere
è un'idiozia totale.
Tutte le arti del XX° secolo sembrano scartare a priori la parola "bellezza".
Quante opere fondamentali nello sviluppo estetico del novecento possono essere considerate
belle?
Il concetto di bellezza sembra allontanarsi sempre di più da qualsiasi ricerca
artistica (o presunta tale) e considerato nemico della modernità.
Non essendo in
sintonia con questo modo di pensare e ricercando essenzialmente il bello e l'armonia, mi sento
al di
fuori di questa cosidetta "modernità" (ormai ridotta ad un manierismo inutile,
noioso e ripetitivo).
Non mi pongo il problema se oggi si può (o si deve) ancora dipingere. Se questa pratica
è superata o se la tecnologia ci porta verso altri lidi con altri linguaggi non è mio
problema!
Il DIPINGERE è per me una esigenza, un bisogno fisico come dormire, mangiare
o respirare.
La PITTURA vive di vita propria, ha una sua intelligenza e per sentirmi vivo, io
posso solo cercare di assorbirne l'energia o di coglierne un Suo riflesso.
Quando la fumosa prosopopea concettuale di critici arroganti o le elucubrazioni pseudo-intellettuali
di mercanti logorroici fanno vacillare le mie convinzioni, penso ad un futuro remoto in cui
(scavando fra cumuli di rovine) vengono ritrovati strani rettangoli incorniciati, pieni di macchie,
tagli e sgocciolature .
Non assolvendo neanche ad una funzione estetica sono subito catalogati
come: "misteriose attività senza senso".
Fra questo bailame di cose assurde
spunta una piccola superfice colorata con una tecnica sconosciuta. Lo sguardo della donna
rappresentata, le sue braccia conserte ed il suo sorriso enigmatico sembrano aprire le porte di un
mondo antico e dimenticato.
Non importa se il nome sulla targhetta che indica l'autore
risulta
sconosciuto, le barriere del tempo cadranno grazie a questo signor... Leonardo Da Vinci.
La narrazione artistica non si volge di solito a ciò che è effettivamente accaduto o
che sta per accadere, non si proietta, quindi, alla pura oggettivazione rappresentativa della
realtà, cerca bensì di cogliere l'essenza o la sostanza di quello che potrebbe
succedere, cioè, in una visione aristotelica, "le cose possibili secondo verosimiglianza
o necessità". Sono infatti le idee a scaturire da una percezione del vissuto o dal solco
della probabilità e a divenire raffigurazione in linguaggio visivo e pittorico, seguendo
parametri organizzati su segno, disegno, colore e forma, sollecitati da pulsione gestuale e sussulto
emozionale. In sintonia col fluire di tale concezione di pensiero, Maurizio Monti è pittore
che avverte costantemente l'importanza dell'elemento umano nell'accogliere e nel
formulare
l'intuizione e la visione del dato obiettivo o immaginato, al fine di rivelare una
dichiarazione
artistica che da ipotesi di verità approdi alle soglie del verosimile. Egli è artista
raffinato, dedito a una figurazione interiorizzata, che non tralascia di esprimere sensazioni
intrise di sensuale pathos e di lievitante ebbrezza. Surrealismo, realismo ed iperrealismo sembrano
convivere nell'opera di Maurizio Monti in una singolare fusione stilistica che incede verso una
vera
antinomia del reale, come se soltanto dall'osservazione del percepibile fosse possibile
incamminarsi
per vie che conducono proprio alla non realtà, ossia a quell'elevazione dello spirito
che
può chiamarsi poesia. La sua pittura, in verità, pur essendo estremamente manifesta,
cela un universo totalmente invisibile, quello più enigmatico, ovvero quello dell'anima:
un
universo che è paradigma del pensiero, dell'incognito, e che emerge attraverso immagini
in
cui un modello realistico non è che pretesto per accedere all'infinito del sogno. Egli
è fondamentalmente un poeta, un poeta dell'immagine visiva, non propriamente lirico,
bensì orfico nel significato di un colloquio condotto, in tensione misterica, fra anima e
corpo. Per il pittore sembra auspicabile addivenire ad un traguardo di ipotetica certezza
esistenziale solamente attraverso il sogno, un sogno che riposa in una visione quasi fatalistica
della vita, ma che dal passato sorge e illumina l'attesa del riverbero luminoso. Maurizio Monti
compendia disegno e pittura in un'arte unica: se il primo elemento operativo serba una
libertà gestuale accattivante, è però sugli accordi di colore e luce, talora
anche assai veementi, che si compongono dialogo e struttura del dipinto. Le sue accelerazioni
cromatiche appaiono tanto originali poiché usate con quella singolare sicurezza che
può esprimere in monade inscindibile sapienza tecnica e sensibilità pittorica. Le
"nature morte" e soprattutto i fiori vivono di un iperrealismo verosimile che varca le
soglie dell'algida rappresentazione, per diventare affermativa proiezione di vita e calda
definizione d'atmosfera.
I modelli raffigurati, pur nella loro perfezione iconica, non si
limitano ad un'autocelebrazione, ma vibrano di significanze appena percepibili e di proiezioni
verso
criptiche mutabilità della forma. Allora un fiore, rorido di momentanea bellezza, esplica un
universo interiore, nella consapevolezza dell'inarrestabile empito della vita e, al contempo,
dell'ineludibile brevità di evenienze felici. Dal pensiero intimo della rimembranza
spuntano,
dunque, rivelazioni di immagini, profili e volti femminili che si annunciano da percettibili
suggerimenti metamorfici. "Ogni volta è ricerca (infinita e impossibile)
dell'equilibrio
assoluto e di quella perfetta armonia che è specchio della presenza divina", afferma
l'artista; così l'esattezza dei particolari approda a un insieme armonioso, in cui
il pittore
sembra scorgere una benevolenza universale, scaturente da un'euritmia di segno e colore, di
riflessione e proposizione. L'artista avverte pure l'importanza del ricordo, anche se
foriero di
malinconia, e giunge soprattutto a cogliere un'essenza di saggezza nella capacità
d'individuare quanto alta possa essere la valenza di piccole cose o di momentanei accadimenti.
Ma
l'aspirazione all'ascesa è sempre greve di memorie terrene, di affanni calcificati,
di
vincoli ineluttabili che soltanto il sogno giunge a eclissare per fugaci istanti. L'illusione
di
evasione si consuma, pertanto, nell'assoluta solitudine dell'"io",
nell'isola inquieta
dell'inconscio. Così l'artista, in fuga verso uno spazio-tempo ignoto e preda del
destino,
enuclea l'intero arco dell'esistere, alla cui meta la "luce del passato ... illumina
tagliente
il riflesso di una vita". Maurizio Monti dipinge, con lucidi simboli di verità,
l'umana
consapevolezza, l'immensità del sentimento, il tenero ricordo, la condivisione
dell'anelito,
la suggestione della musica, sapendo che oltre la facciata sussiste un infinito di luce ed ombra, di
elevazioni e cadute, di attese ed incognite. La sua arte è, quindi, narrazione, racconto,
mito e, soprattutto, amore per la ricerca, l'esplorazione semantica e, dunque, la conquista
iconica.
Maurizio Monti nasce nel 1951 a S.Sofia in provincia di Forlì.
Da subito è attratto dal disegno che lo porta ad estraniarsi dalla realtà costruendo un
mondo tutto suo. Non si comporta come i suoi coetanei, per esempio non gioca alla guerra: se la disegna.
Riempie tutti i fogli bianchi che trova con battaglie infinite, centinaia e centinaia di soldatini che
combattono una guerra forse presagio delle difficoltà che lo aspettano al finire
dell’infanzia. Con una scatola di colori regalata dai genitori scopre poi la pittura e questa
passione lo porta, fra le altre cose, a ricopiare a soli dieci anni tutti gli affreschi della cappella
Sistina. Vinto il primo concorso nel 1968, inizia ad esporre le sue opere in varie collettive e
personali sapendo già che la Pittura sarà quello che vuole “fare da grande”.
Nel 1970 consegue il Diploma di Maestro d’Arte e nel 1971 si inserisce, come free-lance, nel
settore della grafica pubblicitaria. Nello stesso periodo, lavorando come designer, spazia in vari
campi, dalla moda all’arredamento e dall’oggettistica alla progettazione di stand
fieristici. Mal sopportando le gabbie impostigli dal settore commerciale, abbandona tutto e spinto dalla
sua innata inquietudine parte in auto stop iniziando un viaggio più mentale che altro. Questo
nomadismo lo costringe, per sopravvivere, ad ogni sorta di lavoro fino alla scoperta di quello che gli
è più congeniale: il madonnaro. Disegnando marciapiedi ed affinando la sua
manualità, per qualche anno, percorre le strade italiane e di gran parte dell’Europa.
Costretto poi agli obblighi di leva, torna ai suoi luoghi di origine. Finito il “militare”
la sua creatività lo porta a seguire un’altra sua passione: la Musica. La professione di
musicista gli dà modo di essere completamente libero nelle scelte artistiche e gli permette di
sviluppare una tecnica pittorica molto personale al di fuori di ogni corrente ed elitarismo sterile. Nel
1980 arriva il primo riconoscimento internazionale:
il Premio della Presidenza alla VI Biennale Europea di Strasburgo,
premio che gli apre le porte di collezioni pubbliche e private.
Pur continuando a coltivare la Musica come mezzo di espressione e con un centinaio di mostre
all’attivo dal 1998 si dedica totalmente alla pittura, realizzando ciò che secondo lui
:
“non è una scelta è il mio destino”.
Il catalogo d'arte documenta una selezione accurata di opere tra le più significative e rappresentative della carriera del pittore Maurizio Monti. La raccolta riassume un percorso evolutivo dell'artista, dove la produzione del maestro viene rappresentata con 110 opere, tutte dipinte con tecnica dell'olio su tela, realizzate nel periodo relativo agli ultimi 12 anni della sua attività pittorica.
Il segretario di Stato Mark Weinmeister ha inaugurato la mostra Belle Arti dell 'Unione Montana Acquacheta.
Giuseppe Mercatali, Regina Goldbach e il sindaco Markus Röder hanno presentato la mostra delle belle arti nella stazione d'arte Kleinsassen come punto culminante della partnership.
Per dieci anni c'è stata una vivace collaborazione tra il comune di Hofbieber e l'Unione Montana Acquacheta, un'associazione di comuni dell'Appennino con Modigliana, Tredozio, Dovadola, Rocca San Casiano e Portico e San Benedetto.
In collaborazione con il centro artistico Kleinsassen, gli Amici d'Italia e il Comitato di partenariato italiano hanno organizzato una mostra di opere di artisti che vivono e lavorano in comunità partner italiane.
Il direttore della stazione d'arte Kleinsassen Monika Ebertowski e Dr. med. Elizabeth Heil, curatore della mostra, ha gestito le diverse opere di artisti di fama ad uno splendido accordo con murales per creare sculture in ceramica, disegni, sculture e impressioni fotografiche. La mostra è stata aperta in un contesto festivo dal segretario di stato Mark Weinmeister...
fonte: https://www.freundeskreis-italien.de/index.php/cronik/chronik-2016/item/ausstellung-belle-arti-dell-unione-montana-acquacheta
20/12/2013 - Opere di artisti in programma fino al 6 gennaio alla Galleria Capitol e a Palazzo Genovese
Mostre - Salerno centro
Periodo: 06/12/2013 - 06/01/2014
...